Percussioni

STRUMENTI

 

Il tamburo

 tamburo

Il tamburo con corde (in lingua inglese snare drum) è uno strumento musicale della famiglia dei membranofoni. È un tamburo costituito da un fusto (di solito in legno o in metallo, ma nel caso di alcuni particolari modelli, anche in plexiglas o altri materiali), da due pelli, pelle battente e pelle risonante (naturali o sintetiche), messe in tensione da due cerchi (in metallo o in legno), fissati al fusto mediante tiranti a vite e blocchetti in metallo.

 

Al di sotto della pelle risonante si trova una cordiera, la cui azione è attivata o disattivata e regolata da un dispositivo, denominato macchinetta. Il rullante è spesso utilizzato come tamburo principale della batteria e viene posizionato al centro-sinistra del batterista (al centro-destra, nel caso di percussionisti mancini), su un supporto da terra, detto reggirullante. Il rullante viene utilizzato anche in contesti sinfonici orchestrali e bandistici, dove prende il nome di tamburo d'orchestra, o in lingua francese "caisse claire".

Il fusto è il cilindro che costituisce il corpo del rullante. A contatto dei bordi del fusto, lungo la sua circonferenza, vengono posizionate le pelli. Il fusto è comunemente realizzato in legno (in particolare in acero), o in metallo, soprattutto ottone, acciaio e bronzo. Fusti in altri materiali come alluminio plexiglas, o fibra di carbonio, fibre di legno e persino bambù sono comunque reperibili nei cataloghi di industrie e di diversi produttori artigianali italiani e internazionali.

I cerchi sono due flange, solitamente di metallo (acciaio, zinco, leghe) che servono a tenere le pelli in tensione sul fusto. Nei cerchi sono presenti degli "occhielli" che permettono ai tiranti (sorta di lunghe viti in acciaio) di regolare la tensione delle pelli, avvitandoli nei blocchetti (l'oggetto per l'ancoraggio al fusto) mediante una apposita chiavetta (la stessa che, di solito, serve a smontare e a rimontare l'intera batteria e a regolare pedali e meccaniche). Il numero dei tiranti varia, per i rullanti da 14", da otto a dieci. Tuttavia esistono anche modelli dotati di un maggior numero di tiranti. Con un maggiore numero di tiranti la tensione sul cerchio è maggiormente distribuita e quindi il cerchio subisce minore flessione. Questo contribuisce ad una tensione della pelle più omogenea, e quindi consente di ottenere un suono più intonato. Per contro però, un maggiore numero di blocchetti riduce la risonanza (ciascun blocchetto è fissato al fusto tramite una o più viti).

 

Alcune ditte hanno in produzione modelli di rullanti "free floating", in cui i tiranti consentono di tenere insieme i cerchi e di accordare le pelli senza forare il fusto del tamburo. Rispetto ai normali cerchi per tamburo, i cerchi powerhoop (più spessi) e i cerchi die-cast (pressofusi) mantengono una certa rigidità durante la trazione; essi inoltre hanno maggiore volume quando utilizzati nella tecnica del rimshot (che consiste nel colpire contemporaneamente, con la bacchetta, la pelle battente e parte del cerchio). Costruttori di batterie come la canadese Ayotte e la giapponese Yamaha.

 

La pelle è una una membrana tesa sopra (battente) e sotto (risonante) al fusto di un tamburo che ne genera il suono quando viene colpita o sfregata. Pur mantenendo il nome tradizionale di pelle, questa parte fondamentale di ogni tamburo viene oggi realizzata anche in materiale sintetico, fra cui il mylar.

La cordiera è l'elemento del rullante che lo rende un tamburo unico nel suo genere, il cui suono è perfettamente distinguibile fra gli elementi di una batteria. È composta da una serie di spirali metalliche, dette "fili" (in numero di venti nei modelli più comuni), messe in tensione da una macchinetta tendicordiera. Le spirali corrono parallele fra loro lungo il diametro del tamburo, e vengono messe a contatto della pelle risonante con una tensione che può essere regolata, ovvero aumentata e diminuita per mezzo di un'apposita vite (di solito azionata da un pomello o da una rotella). All'aumento della tensione della cordiera corrisponde una riduzione, in durata, della vibrazione della stessa: il suono sarà quindi più breve e secco.

 

Una leva sulla macchinetta permette anche lo sgancio della cordiera, allontanando la stessa dalla pelle e annullandone quindi l'effetto sul suono. Questo è utile per l'esecuzione con le spazzole poiché, a volte, si preferisce il rullante "senza cordiera" oppure quando, suonando con le bacchette o con altri battenti, si vogliono ottenere sonorità e timbri diversi. A volte, al posto della cordiera si possono usare anche dei fili di nylon o corde di chitarra; il suono che si ottiene sarà molto potente e squillante. Questo metodo si usa di solito quando il rullante è accompagnato da una grancassa. 

Performance Spotlight: Francesco De Rubeis - "Tornado"

 

 

  

 

La batteria

batteria

è uno strumento musicale composto da tamburi, piatti e altri strumenti a percussione disposti in modo tale che possano essere suonati da un solo musicista.

I tamburi che compongono una batteria sono: la cassa (comandata generalmente dal piede destro), il rullante, due tom uno più acuto e un altro grave, e uno o più floor tom (chiamati "timpani", sebbene diversi dai timpani dell'orchestra sinfonica). I piatti che possono essere annessi a una batteria sono: ride, hi-hat detto anche charleston (il pedale apre e chiude i due piatti), crash, splash, china piatti a effetto. Esiste una vasta gamma di modelli di piatti ognuno disponibile in vari diametri, spessori, profili e forme per poter personalizzare il suono del musicista e della musica che si vuole eseguire.

Le origini dello strumento risalgono alla seconda metà del XIX secolo, negli Stati Uniti, sebbene i tamburi singoli abbiano radici ben più antiche. La genesi avviene con la fusione di vari componenti percussivi durante le esibizioni bandistiche fino a formare una batteria di tamburi molto simile alle odierne. Fin dal jazz del 1920 la batteria è stato uno strumento fondamentale della musica popolare, coniugato o sostituito in seguito dalla drum machine, soprattutto nella musica elettronica, ma nato in ambito jazz. L'attuale batteria nasce da problemi di spazio; infatti in principio, lungo le strade di New Orleans (Louisiana), c'erano enormi bande che suonavano per strada, in corteo, ed ogni elemento dell'attuale batteria era suonato da una singola persona, come nelle fanfare militari odierne. In seguito le esibizioni si spostarono dalle strade ai locali, ed era impossibile ospitare sul palco cinque/sei musicisti che si dedicassero alle percussioni; quindi si fuse la grancassa con il rullante militare. A questa batteria primordiale vennero in seguito aggiunti i piatti, allo scopo di creare un suono acuto che si contrapponesse al suono grave dei tamburi. In seguito ogni etnia presente in America diede il suo contributo, come i cinesi, che importarono i tom, tamburi di diametro piccolo (compreso tra 8 e 14 pollici, ossia tra 20 e 36 cm) e i turchi, che perfezionarono la produzione dei piatti adoperando il loro modo di fondere e martellare il rame e l'ottone. In principio la grancassa era suonata con il piede, come suggerisce anche il vecchio nome inglese kick drum (tamburo a calcio), sebbene oggi sia sempre suonata con il pedale per cassa. 

Dave Weckl Tiempo De Festival

 

Legendary Gadd-Weckl-Colaiuta DRUM SHOWDOWN

 

 

  

 

Timpani

timpani

 

I timpani sono strumenti musicali della classe dei membranofoni, della famiglia dei tamburi. Vengono suonati per mezzo di percussione diretta di bacchette le cui estremità presentano una imbottitura per attutire il colpo. Producono suoni determinati, regolando la tensione delle pelli attraverso meccanismi, modernamente azionati da pedali. Il fusto sul quale viene tesa la pelle è a "caldaia" e solitamente è in rame, oppure in altre leghe metalliche o in materiali plastici.

A differenza di molti tamburi, i timpani, come detto, sono strumenti che producono suoni ad altezza determinata (vedere: suono determinato). L'intonazione viene determinata dalla tensione della pelle: ogni strumento ha un'estensione che varia da una quinta ad un'ottava cromatica. La modifica dell'altezza viene effettuata oggi per mezzo di un pedale che agisce contemporaneamente su tutte le viti di tensione della pelle. Anticamente queste venivano avvitate o svitate manualmente una ad una, obbligando il timpanista (ed il compositore) a mantenere la stessa intonazione durante tutto un brano. L'uso del pedale e di un apposito quadrante graduato, permettono una rapida intonazione dello strumento ed effetti di glissato. Anche nei timpani provvisti di pedale sono comunque presenti viti che permettono di mantenere la tensione della membrana equilibrata in tutti i punti.

I suoni vengono oggi notati in altezza reale in chiave di basso (talvolta senza accidenti in chiave). Anticamente si utilizzava una notazione convenzionale in cui il Do rappresentava la tonica ed il Sol la dominante del pezzo: la reale intonazione era indicata a chiare lettere all'inizio del brano. 

I timpani sono in uso prevalentemente nelle orchestre sinfoniche dal XVII secolo. Haydn fu tra i primi compositori ad inserire interventi di timpani nelle sue sinfonie. La 103 viene definita "col rullo di timpani" appunto per l'importanza che ha questo strumento nel brano. In seguito anche Beethoven nelle sue opere sfoggiò le doti espressive e potenti dello strumento. Esempio è la sinfonia corale. Nel secondo movimento, lo scherzo, troviamo gli interventi tematici del timpano a rispondere all'orchestra. Nel corso dell'Ottocento l'uso dei timpani nelle orchestre ha un forte incremento, così come l'introduzione delle altre percussioni. Nel novecento si ha l'esplosione: i timpani vengono usati da compositori quali Mahler, Sostakovic, Stravinskij, Bartok per esporre temi, ritmi e particolari sonorità.

 

Beethoven: Symphony No. 9 - 1st Movement

 

Berlioz - Symphonie fantastique IV. Marche au supplice

 

Orff: Carmina burana / Rattle · Rundfunkchor Berlin · Berliner Philharmoniker

 

 

 

 

 

  

 

Marimba 

Marimba

La marimba è uno strumento musicale a percussione di tipo idiofono che ha origini africane, ma è diffuso anche in paesi come GuatemalaNicaraguaCosta Rica e negli stati messicani di Chiapas e Oaxaca.

Il compositore Harry Partch scrisse numerose opere per marimba e modificò lo strumento per adeguarlo alle sue necessità espressive. Anche Steve Reich si è distinto per le sue composizioni per marimba, tra cui spiccano Nagoya Marimbas, Six Marimbas e Music for Mallet Instruments, Voices, and Organ (il cui organico prevede 4 marimbe oltre che il vibrafono, 2 voci femminili (soprano e contralto). Importanti concerti sono stati composti da Paul Creston (Concertino), Darius Milhaud, con il Concerto per marimba, vibrafono e orchestra e Ney Rosauro con i due concerti per marimba e orchestra d'archi. In Italia, nel 1992 Franco Donatoni ha scritto MARI per marimba sola e MARI I per quattro marimbe. Nel 1993, il percussionista e compositore Luigi Morleo ha scritto il primo "Concerto", italiano, per marimba e archi. Frank Zappa fece largo uso della marimba per alcuni suoi pezzi, come per esempio "St. Alfonzo's Pancake Breakfast". 

Relativamente al repertorio solistico, oltre al già citato Ney Rosauro, alcuni tra i più rilevanti compositori sono N.J. Zivkovic, Emmanuel Sejournee, Eric Sammut, Paul Smadbeck ed altri.

 

Filippo Lattanzi plays J. S. BACH, Goldberg Variations, BWV 988: Aria - Andante Espressivo

 

 

  

Vibrafono

vibrafono

 Assolutamente vera e conosciutissima è l'affermazione secondo la quale il vibrafono venne inventato attorno al 1921 e, da questa data, prese presso a diffondersi in tutta la propria terra natia, gli Stati Uniti.

Pochi però conoscono lo strumento da cui venne poi preso spunto per ideare il vibrafono. Infatti, questo strumento non venne ideato di sana pianta, bensì venne sviluppato partendo dal glockenspiel, uno strumento che nasce in Germania ed è costituito da piastre metalliche da suonarsi con dei battenti. Per poter meglio rendere un'idea di come è, all'incirca un glockespiel, potremo dire che è del tutto simile a quello strumento musicale con piastrine di metallo colorate con cui giocano i bambini.

Il particolare suono di questo primo strumento lo fece entrare a far parte di numerose composizioni assai famose, come "Il flauto Magico" di Mozart, nonché di uno dei più diffusi strumenti per orchestra. Fu probabilmente questa sua diffusione a portare la fama del glockenspiel oltreoceano, consentendo così la nascita del vibrafono.

Tornando brevemente al vibrafono, possiamo dire che una grande diffusione ebbe inizio subito dopo la sua comparsa del 1921, soprattutto grazie alla musica jazz che subito seppe riconoscere le grandi potenzialità di questo strumento. Eppure, perché il vibrafono possa entrare a pieno titolo nell'alveo degli strumenti principe della musica jazz, si dovranno attendere gli anni '50 e l'arrivo di importanti gruppi musicali che promossero e valorizzarono il suono di questo strumento. 

 

Un’altra conquista venne ottenuta negli anni '60, quando il vibrafono venne promosso, da un ruolo di strumento melodico, ad un fondamentale ruolo armonico; ciò fu possibile grazie all'introduzione della tecnica che permetteva di utilizzare due battenti per mano, così da creare armonie ed accordi più articolati.

 

Gary Burton"Chega de Saudade"Vibes Solo

Xilofono

xilofono

 Lo xilofono era diffuso nell'Asia sud orientale già dal IX secolo[3]. Giunse poi in Africa, dove è chiamato Bala, diffondendosi rapidamente, grazie alla relativa facilità con cui poteva essere costruito. Alcuni modelli africani erano costituiti da due rami di banano su cui erano appoggiate le tavolette. Gli schiavi deportati nelle Americhe lo diffusero poi in quel continente dove, al sud, prese il nome di Marimba. 

In Europa lo strumento si diffuse a partire dal XVI secolo, anche se il termine xilofono apparve solo nel XIX secolo. Nel 1830 Michael Jozef Couzikov, grande virtuoso che ne suonava un tipo a quattro file, contribuì senz'altro ad accrescerne la popolarità. Un altro virtuoso fu Charles de Try. Pare che ad un concerto fu ascoltato da Saint-Saëns che decise di impiegarlo nella sua Danza Macabra introducendo, di fatto, lo xilofono nell'orchestra sinfonica. 

Nel 1900 Bartok valorizzò ulteriormente lo strumento impiegandolo in varie opere. Nel XX secolo, grazie al musicista Pierre Boulez, lo strumento acquista prestigio al punto da diventare imprescindibile tra le percussioni delle orchestre sinfoniche per essere impiegato anche come strumento solista.

 

The Golden Age of the Xylophone

Glockenspiel

Glockenspiel

 

Il Glockenspiel esiste in diverse forme, sebbene la più diffusa consista in due file di lamelle metalliche ordinate orizzontalmente come una tastiera di pianoforte che si estende da un'ottava fino a tre ottave. Ci sono, tra le altre, anche forme con una disposizione verticale per l'uso nelle bande militari. 

Lo strumento è suonato mediante due o raramente più bacchette di consistenza dura le quali, battendo le lamelle metalliche, producono un suono molto chiaro, simile a delle campanelle. È conosciuto in Europa dal XVIII secolo, ma è presente solo dal XIX come strumento a percussione. Il suono è molto acuto e generalmente nel pentagramma è segnato due ottave più in basso rispetto al suono prodotto. 

L'utilizzo di questo strumento avviene anche in orchestra: infatti, uno dei più celebri esempi per l'utilizzo del Glockenspiel è Il flauto magico di Mozart. Un altro esempio degno di nota è presente in Little Wing di Jimi Hendrix contenuta nell'album Axis: Bold as Love. Altri strumenti simili sono lo xilofono e la marimba. 

Dukas - Sorcerer's Apprentice - glockenspiel

 

 

 

 

 

Strumenti accessori

 

Triangolo

triangolo

 Il triangolo è uno strumento musicale a percussione della famiglia degli idiofoni.

È costituito da una barretta di metallo, di solito acciaio per gli strumenti moderni, piegata a forma di triangolo. Uno degli angoli rimane aperto, con le estremità della barretta che non si toccano, quindi il tono dello strumento non è definito. 

Normalmente questo viene sospeso da uno degli altri angoli con un pezzo di gomma o un filo sottile di nylon, lasciandolo libero di vibrare. Di solito viene percosso con una piccola bacchetta di metallo, emettendo così un suono dal tono alto, squillante.

Il tono può essere variato smorzando con la mano le vibrazioni con forza e in punti variabili in base all'effetto desiderato. 

Le origini dello strumento non sono note, ma diversi dipinti del medioevo raffigurano lo strumento suonato da angeli, ciò fa ritenere che in qualche modo questo fosse utilizzato per i servizi liturgici nelle chiese in quel periodo.

Altri dipinti lo raffigurano utilizzato da musicisti popolari.

 

Tamburello basco

tamburellobasco

 Lo strumento è costituito da una corona di legno sulla quale è tesa una membrana di pelle. Nel telaio sono presenti delle fessure in cui sono applicati dei cimbalini (sonaglietti), che ad ogni percussione arricchiscono il suono col loro tintinnare. Per questo motivo il tamburello è stato chiamato cembalo da Boccaccio. 

L'origine dell'uso del tamburello basco nel repertorio musicale colto è da ricollegare alle opere di Christoph Willibald Gluck. 

Nel manoscritto originale del Paride ed Elena di tale autore, difatti, si può trovare il primo richiamo in assoluto a un'esecuzione da parte di un tamburino in un'orchestra. In particolare, nell'Allegro della Sinfonietta (Atto Quinto, Scena Ultima), l'orchestrazione di Gluck comprende cinque parti: Violini, Mezzi flautini, e Tamburrini, Viola, Violoncello, Bassi. 

Altri due riferimenti a questo strumento nello spartito di una composizione classica sono attribuiti al lavoro di Wolfgang Amadeus Mozart.

Il primo si trova nel Trio. e nella Coda. della Tanz n°6. (Danza n° 6) delle 6 Deutsche Tänze, K.571 (6 danze tedesche), datate 21 febbraio 1789. Secondo le indicazioni di Mozart, l'opera è strumentata per diciannove strumenti suonati da sedici musicisti: tre archi, undici legni, due ottoni e tre percussioni.

La seconda indicazione si trova nel Trio. della Tanz n°5. (Danza n° 5) delle 12 Deutsche Tänze, K.586 (12 danze tedesche), composte nel dicembre del 1789. La strumentazione comprende questa volta diciotto strumenti suonati da quindici musicisti: tre archi, undici legni, due ottoni e, infine, due percussioni, le cui parti sono eseguibili da parte dello stesso percussionista.

 

Piatti a due

piattiadue

 I piatti orchestrali (piatti a due) sono una coppia di piatti suonati da un percussionista in un'orchestra sinfonica o in una banda musicale. 

La loro origine risale alla metà del XVI secolo. I piatti orchestrali sono tenuti in mano per mezzo di un manico in cuoio, e vengono fatti sfregare, strisciare o oscillare a seconda del suono che si vuole ottenere (colpo secco, rullo, strisciata). 

 

Grancassa

Grancassa

 La grancassa, in inglese bass drum o anche kick drum (poiché, prima dell'invenzione del pedale per cassa, la grancassa veniva usata col piede e il termine inglese per calcio è kick), è il tamburo di dimensioni maggiori di un'orchestra sinfonica, di una banda musicale o di una batteria.

In quest'ultimo caso viene generalmente chiamata soltanto cassa.

Questo strumento appartiene alla famiglia dei tamburi, con un suono ad altezza indeterminata.

 

Nacchere (castagnette)

nacchere

 Le nacchere (in spagnolo castañuelas) sono degli strumenti a percussione di tipo idiofono con intonazione indeterminata.

Sono costituite da due pezzi di legno a forma di conchiglia che vengono uniti da un cordino. Dopo esser state fissate al pollice, vengono fatte battere l'una contro l'altra tramite un movimento di apertura e chiusura della mano.

 

Le nacchere sono lo strumento musicale spagnolo più antico. Sono tuttora usate per ricreare un'atmosfera romantico-spagnola antica. Le nacchere sono state utilizzate per evocare un'atmosfera spagnola nell'opera "Carmen" di Georges Bizet e nel lavoro per orchestra "España" di Emmanuel Chabrier. Si trovano ne La vida breve di Manuel De Falla, come anche nella "Danza dei sette veli" nell'opera "Salomè" di Richard Strauss e in Tannhäuser di Richard Wagner. Una variante insolita del modello standard di nacchere può essere trovata nell'opera "Les Choëphores" di Darius Milhaud, che richiede nacchere in metallo. Altre opere importanti dove vengono utilizzate anche le nacchere sono: il Capriccio spagnolo di Rimskij-Korsakov, il Concerto per due pianoforti e orchestra in re minore di Francis Poulenc e "Tangollen" di Karl Jenkins. Utilizzate anche nell'opera "Lo schiaccianoci" di Čajkovskij, II atto, la cioccolata, danza spagnola.

 

 

 

                              DISCIPLINA ESECUZIONE ED INTERPRETAZIONE

 

 Sussidi didattici

 

strumento I

 I BIENNIO

  • Tamburo:  D. Agostini, Solfeggio Ritmico n.1-2

M.Peters, Rudimental Primer

G. L. Stone, Stick Control for The Snare Drummer

M. Goldenberg, Modern Scholl for Snare Drum

A. Cirone, Portraits in Rhythm: 50 Studies for Snare Drum

·          Batteria:   D. Agostini, Metode de Batterie n. 2-4

M. Dahlgreen, 4-Way Coordination

B. Greb, The Language of Drumming

T. Reed, Syncopation

J. Chapin, Advanced Techniques for The Modern Drummer

  • Timpani:   A. Friese - A. Lepak, The Complete Timpani Method

N. Woud, Symphonic Studies for Timpani

  • Marimba: L. H. Stevens, Methode Of Movement

O. Masser, Studi

M.Goldemberg Modern School For Xilophone, Marimba And Vibraphone

  • Vibrafono:  D. Samuels A Musical Approach to Four Mallet Technique For Vibraphone

D. Friedman Vibraphone Technique Dampening And Pedaling

  • Strumenti Accessori: Al Payson “Bass Drum, Cymbals and accessories”

 II BIENNIO

·      Tamburo:  B. Greb, The Language of Drumming

T. Reed, Syncopation

J. Chapin, Advanced Techniques for the Modern Drummer

E. Sholle, The Roll

J. Delecluse, Douze Etude pour caisse claire n.1

C. Wilcoxon, 150 Rudiments solos

M. Peters, Intermediate Snare Drum Studies

M. Goldemberg, Modern School for Snare Drum

A. Cirone, Portraits in Rhythm

  • Batteria:   D. Agostini, Metode de Batterie n. 2-4

M. Dahlgreen, 4-Way Coordination

B. Greb, The Language of Drumming

T. Reed, Syncopation

J. Chapin, Advanced Techniques for The Modern Drummer

·      Timpani:   A. Friese - A. Lepak, The Complete Timpani Method

M. Peters, Fundamental Method for timpani

N. Woud, Symphonic Studies

J. Delecluse, Trente Etude pour Timbales

V. Firth, The solo timpanist

S. Goodman, Modern Method for Timpani

H. Knauer, 85 Ubungen Fur Pauken

  • Marimba: L. H. Stevens “Methode Of Movement”

O. Masser, Studi

M.Goldemberg Modern School For Xilophone, Marimba And Vibraphone

Brani di repertorio

·         Vibrafono: D. Samuels A Musical Approach to Four Mallet Technique For Vibraphone

D. Friedman Vibraphone Technique Dampening And Pedaling;

R. Wiener Soli Per Vibrafono

G. Burton, Four Mallett Studies

G. Burton, Introduction to jazz vibes

·         Strumenti Accessori:  A. Payson, Bass Drum, Cymbals and accessories

 QUINTO ANNO

·      Tamburo:  B. Greb, The Language of Drumming

T. Reed, Syncopation

J. Chapin, Advanced Techniques for the Modern Drummer

E. Sholle, The Roll

J. Delecluse, Douze Etude pour caisse claire n.1

C. Wilcoxon, 150 Rudiments solos

M. Peters, Intermediate Snare Drum Studies

M. Goldemberg, Modern School for Snare Drum

A. Cirone, Portraits in Rhythm

  • Batteria:   D. Agostini, Metode de Batterie n. 2-4

M. Dahlgreen, 4-Way Coordination

B. Greb, The Language of Drumming

T. Reed, Syncopation

J. Chapin, Advanced Techniques for The Modern Drummer

·      Timpani:   A. Friese - A. Lepak, The Complete Timpani Method

M. Peters, Fundamental Method for timpani

N. Woud, Symphonic Studies

J. Delecluse, Trente Etude pour Timbales

V. Firth, The solo timpanist

S. Goodman, Modern Method for Timpani

H. Knauer, 85 Ubungen Fur Pauken

  • Marimba: L. H. Stevens, Methode Of Movement

O. Masser, Studi

M. Goldemberg, Modern School For Xilophone, Marimba And Vibraphone

Brani di repertorio

·         Vibrafono: D. Samuels, A Musical Approach to Four Mallet Technique For Vibraphone

D. Friedman, Vibraphone Technique Dampening And Pedaling;

R. Wiener, Soli Per Vibrafono

G. Burton, Four Mallett Studies

G. Burton, Introduction to jazz vibes

   Brani di repertorio

  • Strumenti Accessori:  A. Payson, Bass Drum, Cymbals and accessories
 

Strumento II

 I BIENNIO

  • Tamburo:  D. Agostini, Solfeggio Ritmico n.1-2

M.Peters, Rudimental Primer

G. L. Stone, Stick Control for The Snare Drummer

M. Goldenberg, Modern Scholl for Snare Drum

  • Batteria:   D. Agostini, Metode de Batterie n. 2-4

M. Dahlgreen, 4-Way Coordination

B. Greb, The Language of Drumming

T. Reed “Syncopation”

J. Chapin, Advanced Techniques for The Modern Drummer

  • Timpani:   A. Friese - A. Lepak, The Complete Timpani Method
  • Marimba: L. H. Stevens, Methode Of Movement

O. Masser, Studi

M.Goldemberg Modern School For Xilophone, Marimba And Vibraphone

  • Vibrafono:  D. Samuels, A Musical Approach to Four Mallet Technique For Vibraphone

D. Friedman, Vibraphone Technique Dampening And Pedaling

  • Strumenti Accessori: Al Payson, Bass Drum, Cymbals and accessories

 II BIENNIO

  •   Tamburo:  D. Agostini, Solfeggio Ritmico n.2-3-4-5

M.Peters, Rudimental Primer

G. L. Stone, Stick Control for The Snare Drummer

M. Goldenberg, Modern Scholl for Snare Drum

A. Cirone, Portraits in Rhythm: 50 Studies for Snare Drum

·          Batteria:   D. Agostini, Metode de Batterie n. 2-4

M. Dahlgreen, 4-Way Coordination

B. Greb, The Language of Drumming

T. Reed, Syncopation

J. Chapin, Advanced Techniques for The Modern Drummer

  • Timpani:   A. Friese - A. Lepak “The Complete Timpani Method”

N. Woud, Symphonic Studies for Timpani

  • Marimba: L. H. Stevens, Methode Of Movement

O. Masser, Studi

M.Goldemberg Modern School For Xilophone, Marimba And Vibraphone

  • Vibrafono:  D. Samuels A Musical Approach to Four Mallet Technique For Vibraphone

D. Friedman Vibraphone Technique Dampening And Pedaling;

  • Strumenti Accessori: Al Payson, Bass Drum, Cymbals and accessories