Emozioni al Teatro Petruzzelli per gli studenti del Liceo Musicale


Giovedì 23 Gennaio 2020 gli alunni del nostro Liceo Musicale hanno assistito alle prove generali dell’opera “Un Ballo in Maschera” di Giuseppe Verdi. L’iniziativa rientra nel progetto “Ragazzi… all’opera” inserito nel PTOF 2019/2020 del nostro Istituto

Già da diversi anni l’USR Puglia firma un protocollo d’intesa con la Fondazione  Petruzzelli  con l’obiettivo di “consentire alle scuole una programmazione mirata e maggiormente integrata con opportuni interventi curriculari”, aprendo le porte del Teatro nel giorno prima della prima,  e offrendo l’opportunità alle scuole medie di I e II grado di assistere, appunto, alla prova generale delle opere in programmazione. Già a partire dallo scorso anno i nostri studenti hanno assistito alle prove generali  di  varie opere (“Madama Butterfly”, “Il Barbiere di Siviglia”, “Cavalleria Rusticana”).

Un “Ballo in Maschera” è  il primo titolo del 2020 del Politeama barese, non tra le più  celebri  di Giuseppe Verdi, eppure unica e straordinaria. L’opera è stata preceduta dalla lezione-conversazione tenuta  lo scorso 17 gennaio nel Foyer del Teatro Petruzzelli  da Giovanni Bietti, probabilmente il più famoso ed acclamato divulgatore della musica del nostro “bel paese”, come gli ascoltatori di RAI RADIO TRE sanno bene, capace di guidare il pubblico oltre le note sin nella mente del genio di Busseto, all’affascinante scoperta della sua opera.  Come afferma Bietti “Un Ballo in Maschera“ è «una delle più raffinate opere verdiane dal punto di vista orchestrale e unica, in tutto il teatro dell’’800, per la sua capacità di unire in maniera profondissima  uno stile “leggiadro” francese con uno stile drammatico che dialogano e si compenetrano creando un’atmosfera unica fra tutte le opere di Verdi».

Un’occasione imperdibile per  avvicinare i ragazzi al melodramma, a quella magia senza tempo che incanta anche chi non ha i capelli bianchi… basta educare ad ascoltare.  Entrando a Teatro, il contenitore culturale più importante e suggestivo, i nostri studenti prendono coscienza di quelli che sono i cardini intorno ai quali ruota il melodramma: musica, libretto, canto, recitazione ed ambientazione, giungendo alla conclusione che SOLO DAL VIVO si possono apprezzare determinate sfumature.

Amara constatazione è che  gli studenti che frequentano le nostre scuole (… anche i licei musicali!!) hanno poca o nessuna dimestichezza con il melodramma e spesso lo guardano pure con sospetto: avvicinarli a questo mondo, ai suoi soggetti e ai suoi meccanismi di funzionamento e di significazione, impone, COME SCUOLA una serie di meccanismi che tengano conto di questo stato di cose, tanto per i contenuti quanto per i metodi di lavoro.

La sfida, insomma, è quella di avvicinare le giovani generazioni al melodramma, in quanto affascinate e straordinario prodotto creativo, mai sganciato dall’epoca che lo genera e al tempo stesso capace di dialogare con noi.

Altrettanto importante è far capire a studenti e studentesse adolescenti che l’opera non è una questione morta o soltanto un po’ ammuffita, ma fa parte della nostra cultura-ambiente e quindi ci parla e ci appartiene, più di quanto forse non ci rendiamo conto: pensiamo a brani come “Il Brindisi” dalla “Traviata” la “Habanera di “Carmen”, “Nessun Dorma” di “Turandot” col suo esplosivo “Vincerò!” e alla loro diffusione attraverso i mezzi più disparati: cinema, pubblicità radiofoniche e televisive, sigle dei campionati di calcio, suonerie dei cellulari.

 Per insegnare l’opera ai ragazzi è ancora più importante, dal mio punto di vista, farli riflettere su quanto essa sia in grado di parlare in modo eloquente di ambienti e visioni del mondo, su quanto sia capace di dire e far provare emozioni. Capire quelle emozioni e capire come la musica sappia esprimerle significa , di conseguenza, CAPIRE L’OPERA.

E allora riprendendo le parole del grande musicologo Bietti «La musica è un linguaggio che riesce a dirci qualcosa di noi,  del nostro profondo, del nostro intimo che le parole non riescono a dirci, e questo i  grandi compositori del passato lo hanno fatto altrettanto bene rispetto ai contemporanei… qualcuno potrebbe dire anche meglio!»

Al prossimo appuntamento RAGAZZI!

 

 

La referente del progetto

Prof.ssa Maria D’Alesio